venerdì 28 ottobre 2011

Il Segretario comunale è stato revocato

Sant’Albano Stura, li 27 ottobre 2011




Lettera del Sindaco Donatella Operti sulla revoca del Segretario Comunale.

Due note del sindaco (31/10/2011):

1) Vista la delicatezza della vicenda, al fine di evitare fraintendimenti dovuti alla diversa disposizione/consequenzialità dei vari periodi della lettera, questo testo può essere estratto soltanto nella sua interezza e non sotto forma di stralci;

2) Avendo notato che la punteggiatura nell'ultimo periodo potrebbe ingenerare dei dubbi, preciso che la corretta interpretazione è la seguente:
"un ringraziamento finale va agli assessori per aver appoggiato unanimemente la mia proposta [...] e, soprattutto, ai dipendenti comunali che si sono trovati, loro malgrado, a lavorare in un clima al limite dell’umana sopportazione".


Dopo oltre quattro mesi di “silenzio forzato” posso, finalmente, fornire qualche informazione in più riguardo alla ben nota vicenda del Segretario Comunale.
Innanzitutto devo scusarmi con tutte le persone che, in un certo senso, si sono sentite un po’ “prese in giro” a causa delle mie risposte quantomeno “fumose”. In effetti, considerata la delicatezza e la riservatezza della situazione, non potevo fare altrimenti.
Da circa un anno, il rapporto tra il Segretario e l’Amministrazione si era progressivamente deteriorato a causa dell’atteggiamento e delle modalità con cui il Dott. Taddeo svolgeva le proprie funzioni; tale situazione di malessere gli era stata rappresentata in primavera, ipotizzando anche un incontro con la Giunta per discuterne.
Alla luce di quanto sopra e a seguito di un evento piuttosto grave che non posso citare in questa sede, in occasione della seduta del Consiglio comunale tenutasi il 21 giugno, ho chiesto di rinviare il punto all’ordine del giorno riguardante il rinnovo della convenzione coi Comuni di Lequio Tanaro e Brondello.
Chiunque può verificare, ascoltando la riproduzione videofilmata della seduta
accessibile dal nostro sito web, come a seguito di tale mia richiesta il Dott. Taddeo abbia ripetutamente tentato di relazionare sul punto, in contrasto col sindaco, pure unico titolare della facoltà di presiedere e dirigere i lavori del Consiglio.
Nella successiva seduta, tenutasi il 21 luglio, la situazione è degenerata ulteriormente, avendo il Dott. Taddeo inscenato una sorta di “sceneggiata” in cui non mancava di giurare platealmente di dire la verità ovvero di essere estraneo a qualsiasi forma di menzogna.
La soluzione iniziale, ipotizzata con la cosiddetta “ex Agenzia dei Segretari” (che dipende dalla Prefettura di Torino), era quella di proporre una proroga di sei mesi anziché il rinnovo della convenzione, ciò al fine di prendere tempo e far entrare in convenzione un quarto Comune, col duplice scopo di ridurre la spesa a carico di Sant’Albano Stura e di trasmettere al Dott. Taddeo un segnale tangibile della nostra insoddisfazione, nella speranza che si ravvedesse.
Purtroppo, come riportato da alcuni giornali, a seguito degli avvenimenti di cui sopra e dell’apparentemente incomprensibile impuntamento dei sindaci di Lequio Tanaro e Brondello, la situazione è precipitata, per cui la Prefettura di Torino ha tentato, senza successo, una mediazione.
A seguito del rifiuto da parte del Dott. Taddeo delle proposte avanzate dal Vice Prefetto di Torino, la strada percorribile è quindi diventata una sola: la revoca. Intervento violento e rischioso – lo ammetto – ma non c’erano soluzioni alternative: l’irrigidimento assoluto e totale del Dott. Taddeo e dei colleghi sindaci di Lequio Tanaro e Brondello non mi lasciavano altre scelte.
Lo stesso Vice Prefetto – che non ha “dato torto a Sant’Albano” come riportato in un recente articolo di giornale, ma ha semplicemente dovuto “gettare la spugna” di fronte all’inamovibilità del Dott. Taddeo e dei colleghi sindaci – mi ha comunicato di “procedere pure”.
Poiché molti si chiederanno “con la revoca, il Dott. Taddeo può fare ricorso ed essere reintegrato in servizio…”, preciso ancora alcuni dettagli procedurali.
La nomina del Segretario è un cosiddetto “atto di alta amministrazione”, connotato quindi da un elevato livello di discrezionalità: il sindaco può decidere, al momento della sua nomina, di confermare il precedente Segretario ovvero di sostituirlo con uno di sua fiducia.
Tale discrezionalità non si applica, invece, alla revoca, nel senso che, anche se il sindaco riesce a dimostrare che il rapporto fiduciario è venuto meno, ciò non rappresenta una condizione sufficiente affinché la revoca venga accettata. Analogamente, se il Segretario commettesse alcune violazioni
dei doveri d’ufficio (anche relativamente gravi), un’eventuale istanza di revoca sarebbe probabilmente rigettata dal giudice in caso di ricorso.
Per giustificare la revoca, senza incorrere nel rischio che questa venga rigettata, occorre quindi che si siano verificate “gravi e reiterate violazioni dei doveri d’ufficio”.
Il giorno 11 ottobre facevo notificare al Dott. Taddeo un documento con tutti gli addebiti che gli sono stati contestati, nel quale esprimevo la mia intenzione di revocarlo e gli comunicavo che avrebbe avuto cinque giorni di tempo per fornire (in proprio o con l’assistenza di un avvocato), le sue controdeduzioni. In tale periodo ho ricevuto da lui una sola brevissima nota in cui mi contestava semplicemente l’infondatezza delle mie argomentazioni senza specificarne il motivo, ciò in risposta al mio documento, che peraltro consiste di dodici pagine ed è integrato ulteriormente da diversi allegati che documentano la veridicità degli addebiti.
Trascorsi i cinque giorni, sentito il parere (positivo) della Giunta, ho quindi decretato la revoca.
Come in ogni procedimento legale, in caso di ricorso del Dott. Taddeo, la certezza di “vittoria” da parte del Comune non esiste, tuttavia posso sin d’ora affermare che tutti gli addebiti contestati sono documentati, certi e oggettivi. A titolo di esempio, l’ultimo in ordine cronologico riguarda la sua nomina “a scavalco” da parte dei Comuni di Lequio Tanaro e Brondello, per la quale sarebbe stato necessario il mio nulla osta, che non mi ha mai richiesto né io ho mai fornito: il Dott. Taddeo,
alla faccia del contribuente, era quindi pagato al 100% dal Comune di Sant’Albano e pagato ulteriormente da altre Amministrazioni pubbliche senza l’autorizzazione del suo “datore di lavoro”.
E questo non è certo l’addebito più grave che gli è stato contestato; è, semplicemente, l’unico che potevo citare, dal momento che i colleghi sindaci di Lequio Tanaro e Brondello – gli stessi che mi hanno consigliato di verificare sul dizionario la differenza tra rinnovo e proroga o che hanno affermato “meno male che adesso si è fatta chiarezza” – se ne sono fatti un vanto sui giornali!
Consiglio loro, all’uopo, di leggere attentamente il D.Lgs 165/2001 e il DPR 465/1997.
È facile constatare, quindi, che si tratta di realtà incontrovertibili, non soggette ad interpretazione né, soprattutto, legate ad una “vicenda personale” tra Sindaco e Segretario, come affermato da qualcuno. A meno che, per vicenda personale, non s’intenda l’attrito che si crea quando un superiore contesta degli illeciti ad un collaboratore.
La dura controversia ha quindi avuto una conclusione drastica. Io ho sperato fino all’ultimo che l’intervento dell’ex Agenzia e del Vice Prefetto vicario di Torino consentissero di giungere ad una risoluzione consensuale del rapporto: ipotesi rispetto alla quale ho, in ogni sede, dato il più ampio consenso.
Purtroppo il Dott. Taddeo non ha voluto accettare alcuna soluzione condivisa, giungendo persino ad affermare “io di qui me ne vado solo se morto, piuttosto se ne va il sindaco”.
A questo punto, non mi resta quindi che confidare nel fatto che egli non insista ulteriormente con questa sua “guerra d’orgoglio” e che, soprattutto, col nuovo Segretario comunale, l’attività amministrativa riprenda regolarmente e nel consueto ambiente “amichevole”.
Come i lettori avranno notato, ho potuto citare soltanto ciò che è noto dalla legislazione vigente o fatti che erano già emersi sui giornali, tralasciando tutti i dettagli relativi agli addebiti contestati e agli eventuali procedimenti legali in atto.
La vicenda è stata, tuttavia, molto più complessa di quanto appaia ed ha richiesto una quantità di risorse eccezionale, sia in termini di tempo sia in termini di competenze. Occorreva verificare la consistenza e la disponibilità di elementi probatori degli addebiti, che gli stessi soddisfacessero i requisiti di gravità e reiterazione richiesti dalla dottrina e dalla giurisprudenza per sostanziare la
legittimità del provvedimento di revoca; occorreva infine analizzare le sentenze analoghe per valutare quali potrebbero essere le ragioni di un eventuale rigetto da parte del giudice. In sintesi, il dossier documentale è ampiamente più lungo di una tesi di laurea.
Tutto ciò non poteva, certamente, essere gestito da una sola persona, tanto meno da me che, se si escludono alcuni esami di Giurisprudenza sostenuti oltre venticinque anni fa, non ho mai fatto studi specifici né praticato professioni giuridiche.
Questo obiettivo è stato quindi raggiunto grazie alla disponibilità di un certo numero di persone, anche lontane geograficamente, con le quali si è costituita una sorta di gruppo di lavoro virtuale multidisciplinare (mi hanno aiutato esperti di alto livello negli ambiti del diritto amministrativo, del diritto penale, del diritto del lavoro e di quant’altro di cui abbia avuto necessità); tutti hanno lavorato dietro le quinte, con assoluta discrezione; alcuni, addirittura, si sono proposti spontaneamente.
Non potendo, purtroppo, citare i loro nomi, posso soltanto ringraziarli collettivamente.
Non posso, tuttavia, esimermi dall’inviare un ringraziamento speciale a due di loro. Il primo, fossanese, che con la sua immensa cultura, caparbietà e, soprattutto, con la sua disponibilità umana assolutamente “debordante”, ha trascorso moltissime ore al telefono e molte serate (anche domenicali) a scrivere e leggere email, il tutto sempre al servizio mio e del Comune, a detrimento,oltretutto, della sua “presenza” in famiglia.
Al secondo (anche di questa zona), che ha lavorato alacremente e “in silenzio” senza reclamare alcun merito, non posso che dire “sappia che so bene quanto ha lavorato per noi e cercherò, per quanto possibile, di ringraziarla personalmente”.
Un ringraziamento finale va agli assessori che hanno appoggiato unanimemente la mia proposta, dando una “bella lezione” al Dott. Taddeo e, soprattutto, ai dipendenti comunali che si sono trovati, loro malgrado, a lavorare in un clima al limite dell’umana sopportazione.

Donatella Operti
 
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